Caritas Italiana e Comunita’ S. Egidio in Etiopia – al via i Corridoi Umanitari verso l’Italia

Si è svolta nel mese di Maggio, ad Addis Abeba (Etiopia), la prima missione operativa congiunta di Caritas Italiana e Comunità di Sant’Egidio per incontrare il Governo etiopico, l’ARRA, tutti gli attori istituzionali e alcune importanti organizzazioni internazionali tra cui l’IOM, l’UNHCR e l’associazione Gandhi per cominciare a tessere l’importante rete collaborativa che permetterà l’attuazione del protocollo siglato a Roma lo scorso 12 gennaio.


Il Protocollo di intesa con lo Stato italiano, promosso dalla CEI – che agisce attraverso Caritas italiana e Fondazione Migrantes – e dalla Comunità di Sant’Egidio, finanziato con fondi CEI 8×1000, prevede il trasferimento in Italia di 500 profughi Eritrei, Somali e Sud Sudanesi in due anni, che verranno accolti in famiglie, parrocchie, appartamenti privati ed istituti religiosi attraverso le buone prassi già sperimentate con il progetto nazionale di Caritas Italiana “Protetto. Rifugiato a casa mia”.


Grande soddisfazione è stata espressa dall’arcivescovo metropolita di Addis Abeba e Presidente della Conferenza episcopale di Etiopia ed Eritrea S.Em. Card. Berhaneyesus Souraphiel, da Caritas Etiopia e dalla ministro degli Esteri etiope, Hirut Zemene, che incontrando la delegazione italiana, hanno sottolineato la generosità di questa operazione umanitaria rivolta alle persone più vulnerabili e la rilevanza dell’impegno dell’Italia e della sua società civile verso i migranti in un periodo particolarmente complesso; i molteplici vantaggi di questo progetto sono conseguenza del rapporto sussistente tra Etiopia ed Italia, contraddistinte da relazioni forti e durature nei forum bilaterali, regionali e internazionali.


I rappresentanti delle delegazioni italiane hanno elogiato la politica di apertura dell’Etiopia nei confronti dei rifugiati ricordando che il tessuto socio-economico e politico è stato fondamentale nella scelta di questo Paese come punto di partenza per l’avvio del progetto “Corridoi Umanitari” in Africa.


In questa azione, anche l’ambasciata italiana ha giocato e gioca un ruolo rilevante nello sviluppo operativo: ha infatti accompagnato tutti i momenti della visita, dichiarandosi totalmente disponibile alla collaborazione ad un progetto importante e assolutamente necessario, così come sarà importante la piena collaborazione ed il supporto offerto dalle agenzie dell’Onu impegnate nella gestione dei profughi, dall’ Alto Commissariato per i Rifugiati e l’Organizzazione Internazionale per i Migranti, come pure dell’Arra, l’agenzia di Stato che si occupa degli oltre 850.000 profughi presenti in Etiopia.


La missione di Oliviero Forti e Daniele Albanese, per Caritas Italiana e di Gian Carlo Penza e Cecilia Pani per la Comunità di Sant’Egidio, ha previsto una prima ricognizione nei campi di Mai’aini e Adi Harush in Tigray, al confine con l’Eritrea, dove sono bloccati oltre 14 mila rifugiati eritrei. Nei campi è presente ed opera l’organizzazione internazionale “Gandhi Charity” che con diverse attività, fra cui una mensa per bambini, garantisce circa 800 pasti al giorno. Nonostante gli importanti sforzi del governo e delle organizzazioni umanitarie, i profughi vivono in una condizione di profondo e sconcertante degrado. Migliaia di persone stipate in capanne di fango e legno e lamiera sopravvivono in accampamenti di fortuna in luoghi isolati con i servizi minimi ed essenziali. Quella dei rifugiati in Etiopia è una situazione che richiederebbe uno sforzo internazionale importante al fine di restituire dignità e futuro a queste in particolar modo a quelle più vulnerabili. Ed è proprio a loro che si rivolge il programma di corridoi umanitari che li vedrà prossimamente accolti nelle comunità in Italia.


santegidiocaritas

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