La terza edizione del Festival diffuso delle Culture Mediterranee Sabir, svoltosi a Siracusa nei giorni scorsi, ha rappresentato un momento di notevole rilevanza, per i tanti addetti ai lavori ed alle realtà partecipanti allo stesso, giunti a Siracusa da diversi luoghi e paesi del Mediterraneo.
L’evento è stato promosso da Arci, ACLI e Caritas Italiana con la collaborazione di diverse associazioni tra cui Carta di Roma, A Buon Diritto, Asgi e CGIL, il patrocinio dell’Anci, del Comune di Siracusa e della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il supporto, per quanto concerne specifiche attività di tipo organizzativo e logistico, dalla Caritas diocesana di Siracusa e dall’Associazione Padre Massimiliano Maria Kolbe ONLUS, suo braccio operativo.
Dall’11 al 13 Maggio Siracusa è stata animata, in coincidenza con i festeggiamenti per i 2750 anni dalla sua fondazione, da un programma ricco di eventi ed attività, quali seminari a tematiche specifiche e laboratori gratuiti, che hanno affrontato il tema dell’accoglienza e dell’integrazione puntando sulla conoscenza delle diverse culture per renderla migliore.
Incontri formativi di caratura internazionale riguardanti, ad esempio, le nuove normative europee nell’abito dell’asilo e della migrazione, le misure intraprese dall’Unione Europea in materia di migranti, il miglioramento inerente alla filiera alimentare spesso distorta da meccanismi che alterano le condizioni di lavoro e la successiva commercializzazione e qualità del prodotto finale.
Sabir non è stato solo formazione, ma anche una tre giorni caratterizzata da intrattenimento culturale di grande spessore come la mostra fotografica “Migranti – la sfida dell’incontro”, la Festa dei Popoli, organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes e dalle Suore Scalabriniane della Missione Santa Lucia ed “Anime Migranti”, spettacolo di Moni Ovadia e Mario Incudine che, attraverso un viaggio narrativo e musicale nella memora recente e remota in forma di racconto in musica e parole, ha trattano il dramma dell’immigrazione, offrendo spunti di riflessione sull’importanza e sulla necessità della fratellanza fra popoli.
Nell’ambito dello stesso Festival ha avuto luogo, altresì, nelle giornate del 10 e dell’11 Maggio, il Coordinamento Nazionale Immigrazione di CI, che ha visto partecipare più di 90 operatori e volontari provenienti da oltre 70 Caritas diocesane di tutta Italia.
Durante tale evento si ha avuto l’opportunità di confrontarsi, in occasione dei lavori svolti dai 4 Gruppi Nazionali, dell’evoluzione dei lavori concernenti la Carta della Buona Accoglienza (documento ideato ed abbozzato in occasione dello scorso CNI di Firenze – 22-23-24 Febbraio 2017) e dello stato di avanzamento ed aggiornamento dei Progetti “Presidio”, “Rifugiato a casa mia” e “ProV Integra”; inoltre, in plenaria, si è discusso e dibattuto in merito ad una delle iniziative su cui quasi tutte le Diocesi italiane saranno chiamate a profondere il loro contributo, ovvero l’accoglienza di 500 profughi Eritrei, Somali e Sudanesi da ospitare nell’ambito delle iniziative nate dalla creazione del Corridoio Umanitario frutto dell’accordo siglato a Roma tra Caritas Italiana e Comunità Sant’Egidio lo scorso 12 Gennaio: una sorta di “Rifugiato a casa mia” 2.0, finanziato con Fondo CEI 8xmille, rispetto a cui la nostra Caritas diocesana sta già dando ampia disponibilità e rilevanza operativa.